martedì 31 marzo 2015

Adottare non è comprare

Il Comitato di Controllo per il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale ha dato parere favorevole e pubblicato ingiunzione sulla campagna pubblicitaria “Adotta un ragazzo” indicando che “….l’utilizzo del termine ‘adozione’ legato a quello di ‘ragazzo’ appare ambiguo e fuorviante, potendo suggerire un’impropria decodifica dell’adozione come un traffico di persone.” Di seguito trovate il testo completo della pronuncia, nel caso vogliate leggerla, diffonderla o commentarla (http://www.iap.it/2015/02/n-515-del-4215/) - testo in fondo a questo post.

Perché hanno scelto "adottare"

Per colpire il cuore tenero delle clienti, "comprare una compagnia maschile" (quello che effettivamente si fa tramite questo servizio) risulterebbe sgradito a molte di loro. Molto più coccoloso e simpatico adottarlo come si adotta un cucciolo, un trovatello... (si usano apposta termini quali: compagnia, coccole, per evitare qualsiasi riferimento sessuale sia per immagine sia per evitare di essere perseguiti per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione).

L'italiano permetterebbe l'uso di molteplici sinonimi altrettanto validi ed esplicativi: incontrare, accogliere, invitare, frequentare, cercare, trovare, ecc. Perché usare un verbo come adottare che legato alla parola ragazzo ha un significato ben identificabile e non centra nulla con l'attività dell'impresa che si pubblicizza con il marchio contenente l'immagine del carrello della spesa e del ragazzo che viene acquistato (messo nel carrello)?

La risposta, come anticipato, è semplice: mentre nel caso degli uomini rimorchiare una ragazza a pagamento (per i vari usi che se ne possono fare: compagnia, immagine, spettacolo, sesso, ecc.) può essere una pratica che culuralmente non stupisce nessuno. Per molte donne rimane un tabù e per la società risulta (incomprensibilmente) più riprovevole.
 
Così la mente criminalmente creativa di chi ha inventato il servizio ha pensato di renderlo più digeribile, più invitante, di impacchettarlo e infiocchettarlo utilizzando un termine che rinchiude in sé indubbi valori positivi: "Adottare". Probabilmente pensando più all'adozione dei cuccioli di animali che a quella dei bambini, altrimenti forse si sarebbe reso conto dell'inapropriatezza e dell'indelicatezza dell'operazione.
 
Ora, dopo i cospiqui investimenti (ad esempio per la pubblicità cartellonistica e sui media nazionali) è impensabile che questo servizio venga rinominato, ma riuscire a obbligare il sito a mettere in evidenza un messaggio che sottolineasse la profonda differenza del loro servizio con la pratica adottiva (cosa scontata per molti ma non per tutti) sarebbe estremamente gradito.


IAP - Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria

Ingiunzione n. 5/15 del 4/2/15
Nei confronti di GEB AdoptAGuy
Mezzi Affissioni
Prodotto Sito di incontri online
Articoli violati 10


Il Presidente del Comitato di Controllo visto il messaggio pubblicitario “adottaunragazzo.it – nuova applicazione mobile”, rilevato su affissioni nella città di Milano nel mese di febbraio 2015 ritiene lo stesso manifestamente contrario all’art. 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona - del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale. La comunicazione commerciale, volta a promuovere un sito di incontri dedicato alle donne, in cui gli uomini vengono messi in vetrina per essere scelti come un ‘prodotto’, mostra il disegno stilizzato di una donna che trascina il carrello della spesa in cui sta per finire un uomo. In basso sulla destra si legge il marchio con il carrello stilizzato “adottaunragazzo.it, nuova applicazione mobile”. Ad avviso del Comitato di Controllo tale comunicazione, per l’impatto che suscita l’immagine ed il significato che trasmette, si pone in contrasto con l’articolo 10 del Codice, che prescrive il rispetto della “…dignità della persona in tutte le sue forme ed espressioni e deve evitare ogni forma di discriminazione, compresa quella di genere.”. L’immagine, che riempie da sola il cartellone pubblicitario, enfatizza il concetto di ‘acquisto’ della persona, che viene posta in un carrello alla stregua di un qualsiasi altro oggetto, veicolando un messaggio offensivo e svilente. Mancano nel contesto elementi che possano in qualche misura connotare il messaggio di una valenza diversa, attenuandone la portata, e in assenza di ogni altro contenuto o significato anche l’utilizzo del termine ‘adozione’ legato a quello di ‘ragazzo’ appare ambiguo e fuorviante, potendo suggerire un’impropria decodifica dell’adozione come un traffico di persone.

Perché si critica l'eterologa?



Qualcuno ha chiesto "perché tutte le considerazioni poco lusinghiere (se non negative) del mondo delle adozioni nei confronti della procreazione assistita eterologa?"

I motivi sono molti e oggettivamente indipendenti dalle convinzioni etico-morali della questione eterologa. Quindi innanzi tutto non riduciamo tutto a un confronto ideologico, ma cerchiamo di essere logici.

L'adozione è difficile
  • quella nazionale per il numero esiguo di bambini rispetto alle coppie che si rendono disponibili 
  • quella internazionale per i costi che sono aumentati moltissimo (negli ultimi 10 anni quasi raddoppiati perché se in Italia c'è deflazione, nei paesi emergenti c'è inflazione (ad esempio)

L'adozione è lunga e complessa.
  • Alla coppia è richiesto un lungo percorso di maturazione verso l'accoglienza di un figlio "diverso da sè" e considerando le risorse quasi nulle destinate all'adozione si lavora molto sulla coppia prima, perché, dopo, il post adozione pubblico è inesistente e le difficoltà con minori sempre più grandi e/o difficili è lasciata alle risorse dei genitori.
  • I tempi di attesa non sono solo lunghi ma soprattutto incerti, le assenza dal lavoro in tempi di crisi e l'esborso di denaro in tempi di crisi sono ostacoli non trascurabili.
  • Si deve considerare anche la necessità di ritagliare altri tempi e risorse indefinibili successivi all'adozione per curare l'inserimento in famiglia e nel nuovo contesto ed eventuali "problemi" del figlio
Alla luce anche solo di questi pochi punti, risulta chiaro che risulti disarmante vedere come sia (virtualmente) facile cercare un figlio affidandosi alla procreazione assistita eterologa che è gratis o costa estremamente meno, che non richiede preparazione, maturazione, idoneità, che garantisce un figlio neonato e quindi senza i problemi tipici dei figli adottivi non più piccoli (6 anni di media); è disarmante come lo stato possa trovare le risorse per questo e negare servizi post-adozione all'altezza per aiutare le famiglie adottive (e non stiamo parlando dell'eresia di avere l'adozione gratis, cosa a quanto pare utopistica e impossibile); è disarmante quanto i servizi sociali e i tribunali per i minorenni siano ossessivamente attenti, pignoli, indagatori verso la preparazione delle coppie adottive e come invece il sistema sia condiscendente verso chi adotta i gameti e si fa un figlio in pancia.

La nostra considerazione è che sarebbe necessario un ripensamento complessivo verso le risorse da destinare alla famiglia (nello specifico quella adottiva ma non solo) e che lo svantaggio sarà dei bambini abbandonati a cui saranno preferiti uno o due gameti congelati.