martedì 21 ottobre 2014

La maggioranza silenziosa che non cerca...

Da più parti viene sottolineato che oltre a un diritto la ricerca delle origini è anche una necessità imprescindibile per i figli adottivi. Ma la realtà degli adottati corrisponde alle convinzioni delle associazioni, degli psicologi, degli operatori, dei giudici della consulta, ecc...?

Basterebbe analizzare i numeri, ma i numeri sono sconosciuti, per ovvi motivi di privacy e perché non esiste nessun osservatorio permanente che riguardi l'adozione che si estenda oltre al primo anno post adozione, perché ci sono solamente state delle ricerche puntuali sugli adottati in anni scorsi ormai piuttosto lontani. Sulla ricerca delle origini, quasi nulla.

Ma quanti sono gli adottati in Italia?

Nemmeno questo dato è sicuro, ma possiamo raccogliere qualche dato parziale (da ISTAT, CAI, sito del ministero di giustizia) e fare qualche ipotesi:

Nel periodo 1993-1999:
  • le adozioni internazionali sono state 15262;
  • le adozioni nazionali sono state 6467;
per un totale di 21729. Le nostre stime indicano che sia ragionevole che più di 20mila di questi adottati sia ormai maggiorenne.

Nel periodo 2000-2013:
  • le adozioni internazionali sono state 42048;
  • le adozioni nazionali non si sa per certo, ma si attestano (per difetto) a circa un migliaio all'anno (1150 nel 2005, 1131 nel 2006) quindi ipotizziamo che siano state oltre 15000.
il totale dal 1993 al 2013, quindi, dovrebbe essere all'incirca di quasi 78mila adottati. Basandoci sulle percentuali riguardanti le fasce di età all'adozione, supponiamo che tra loro i maggiorenni siano 25mila. 

Questo dato riguarda l'ultimo ventennio in cui c'è stato un notevole incremento delle adozioni internazionali (anche se negli ultimi due anni la tendenza si è ridimensionata drasticamente) e forse un piccolo incremento di quelle nazionali. 

Negli anni precedenti al '93 è probabile che il numero delle adozioni nazionali e internazionali non superasse le 2500 unità annue complessive; ma ormai questi adottati sono adulti nella totalità. Partendo proiettivamente dai dati del 1993-1995, si può ipotizzare che complessivamente dal decennio 1983-1993 provengano dai 20 ai 25mila adottivi adulti che porterebbero il totale degli ultimi 30 anni a 50mila persone.

Si tratta di un numero ragguardevole di persone.

Allora ci chiediamo perché sia così esiguo il numero degli adottati adulti che partecipano agli incontri, ai gruppi di discussione, che si riuniscono in associazioni che riguardano la ricerca delle origini?

La risposta più ovvia suggeritaci da alcuni adottati ormai adulti è che non sono interessati all'argomento, che hanno improntato la loro esistenza rivolgendosi più al futuro che al passato che solo in parte conoscono. "Considero i miei genitori d'origine degli sconosciuti e non mi interessa cercarli." dice Giovanna; "Ho visitato il mio paese d'origine e l'ho considerato non diversamente da altri paesi che ho visto per turismo." è una frase buttata lì da Sara (ormai madre) e ben descrive lo stato d'animo di altre persone appartenenti alla maggioranza degli adottati adulti che non sente la necessità di cercare per forza un lontano passato.

Questo diffuso ed evidente disinteresse per i legami di sangue, però non deve giustificare qualsiasi azione che ostacoli la possibilità della ricerca delle origini, che secondo noi è un diritto imprescindibile degli adottati (almeno per la minoranza che ne sente la necessità), deve solo ricordare a chi ne fa una bandiera, che in realtà è una bandierina; deve ricordare a chi la volesse sfruttare come format televisivo che sarebbe meglio soprassedere; deve ricordare a tutta la società civile non adottata qual'è la realtà dei fatti: per la vita di un adottato la presenza dei genitori adottivi è stata e rimane una necessità, la conoscenza dei genitori d'origine (nonostante la funzione biologica) è opzionale.