Se l’adozione è realmente la chiave di volta per indurre la società a diventare multiculturale
e non come si sta sviluppando, cioè monoculturalmente diversificata e
distribuita (ogni cultura convive ma non comunica e interscambia con le
altre), dovrebbe essere chiaro alla società tutta che il suo valore
travalica il ridotto orizzonte di quelli che ne sono interessati in
prima persona (genitori adottivi, figli adottivi e la ristretta cerchia
di chi li circonda).
L’adozione permette a
culture lontane di essere fisicamente presenti e fondersi nella famiglia
con la cultura ospitante. Il suo messaggio multiculturale può fare da
ponte con la cerchia di amici e conoscenti e allargarsi nella società.
Diffondere valori come l’accoglienza e la tolleranza, migliorare la
conoscenza del “differente”, costruire il domani dei nostri figli. La
famiglia adottiva, quella cosa strana che a volte si guarda con
ammirazione ma anche con un po’ di sospetto, può diventare simbolo e
messaggio vivente del futuro.
Le istituzioni forse
prenderanno coscienza di ciò, forse no, ma intanto possiamo fare
qualcosa per migliorare la conoscenza dell’adozione nella società:
informare, far conoscere, parlarne raccontando ciò che veramente è nella
vita di tutti i giorni.
Un progetto che mi sta
particolarmente a cuore, quindi è la ”Lettera di un'adozione” organizzato
da ItaliaAdozioni in collaborazione con il festival delle lettere (sui
siti: http://www.italiaadozioni.it/ e http://www.festivaldellelettere.it/?page_id=3607
ci sono i riferimenti). Anche se il titolo è volutamente vago, la
lettera dovrebbe essere l’occasione per raccontare un’emozione, ma anche
un aneddoto, una situazione, una riflessione che riguardi l’adozione,
infatti l’invito non è necessariamente rivolto ai genitori adottivi, ma
anche a tutti quelli che hanno qualcosa da dire, raccontare riguardo
all’adozione (parenti, nonni, insegnanti, ecc… anche il fornaio se
vuole). Le lettere verranno lette da una giuria e utilizzate da un
noto sceneggiatore-regista teatrale (padre adottivo) che ne trarrà un
lavoro teatrale.
L’obiettivo dichiarato dai partecipanti all’iniziativa
è creare un lavoro non destinato solo a chi conosce già l’adozione, ma
crearlo in modo da renderlo appetibile (brillante ed emozionante al
tempo stesso) a una platea più ampia e, raccontando il quotidiano
dell’adozione, divulgare ciò che è veramente e non quello che dovrebbe
essere nelle intenzioni del giornalista o del politico di turno che
generalmente ne parla a sproposito.