Che bravo papà, è persino capace di cambiare i pannolini!
Sembra una frase innocua, ma quando è ripetuta troppo spesso diventa
l'immagine della rappresentazione dei figli secondo una società che di
figli ne sa sempre meno (perché quelli che scrivono e parlano
pubblicamente probabilmente non hanno figli o demandano le loro cura ad
altri).
Sveliamo un segreto a chi i figli non sa cosa siano:
cambiare i pannolini fa un po' schifo ma è facile, si fa anche su un
sedile dell'auto, in un angolo dei bagni pubblici, nello spogliatoio di una palestra o di una piscina, sul treno, ecc.
Allevare, sostenere ed educare un figlio è cosa molto più complessa
fatta di azioni, scadenze e incombenze ben più complicate. E non si
parla di fare delle pappe decenti partendo da alimenti freschi e
possibilmente sani, non si parla di condurre il passeggino al parco o
accompagnarli a scuola, in palestra, in piscina, al campo, ai vari
corsi, dal pediatra, dal dentista, ecc. Non si intende far loro da autista, almeno non solo.
I figli crescono e continuano a cambiare le proprie necessità, e i padri perdono molto spesso il passo, non sanno la sezione della scuola che frequentano non aprono mai un quaderno o un libro di scuola, non conoscono gli insegnanti e subiscono le iniziative di scuola, di catechismo (se i figli frequentano). Non conoscono i nomi dei compagni e delle compagne e perdono pezzi importanti delle esperienze dei figli. Ma soprattutto non hanno in agenda le loro scadenze, sono avvertiti dalle mamme (che se ne occupano anche quando oltre alla casa da "tirare avanti" hanno anche un lavoro importante a cui pensare).
Ovviamente, non tutti i padri sono così, ma la società pensa chiaramente che avere figli significhi soprattutto cambiare i pannolini e in alcuni casi comprare un'auto più capiente. NON ha la minima idea di quanto oneroso e faticoso sia cercare di educare decentemente i figli in un contesto che è tentato giorno dopo giorno di negare l'importanza della famiglia e persino la sua esistenza.
I figli crescono e continuano a cambiare le proprie necessità, e i padri perdono molto spesso il passo, non sanno la sezione della scuola che frequentano non aprono mai un quaderno o un libro di scuola, non conoscono gli insegnanti e subiscono le iniziative di scuola, di catechismo (se i figli frequentano). Non conoscono i nomi dei compagni e delle compagne e perdono pezzi importanti delle esperienze dei figli. Ma soprattutto non hanno in agenda le loro scadenze, sono avvertiti dalle mamme (che se ne occupano anche quando oltre alla casa da "tirare avanti" hanno anche un lavoro importante a cui pensare).
Ovviamente, non tutti i padri sono così, ma la società pensa chiaramente che avere figli significhi soprattutto cambiare i pannolini e in alcuni casi comprare un'auto più capiente. NON ha la minima idea di quanto oneroso e faticoso sia cercare di educare decentemente i figli in un contesto che è tentato giorno dopo giorno di negare l'importanza della famiglia e persino la sua esistenza.
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