I servizi sociali e la loro indagine a volte sono preparati e cercano di comprendere e indovinare la propensione delle coppie all'accoglienza, alla resistenza verso gli ostacoli che incontreranno, le capacità genitoriali latenti (se non hanno figli) o i margini residui delle stesse (se hanno già figli). A volte sono impreparati, senza esperienza e si muovono secondo la manualistica studiata all'ultimo momento per far fronte all'occasione.
Durante gli incontri a volte si sentono domande e/o commenti che dobbiamo accettare proni (pena l'espulsione dal club degli aspiranti genitori adottivi). Dobbiamo morderci la lingua e rispolverare risposte da bigino delle adozioni. A turno il bersaglio sono l'aspirante mamma o l'aspirante papà secondo stereotipi tipici: lei sente il lutto della mancata gravidanza, lui subisce passivamente la scelta adottiva della moglie e segue a ruota, lei sentirà la presenza della mamma d'origine, lui dovrà accettare una prole 'diversa', e così via.
Un paio di esempi di domande cruciali:
Allora vi sentite incinti?
Risposta opportuna: Sì. Guardi ogni tanto ho persini le vertigini, qualche voglia e anche dei conati.
Risposta da evitare: Ma come cavolo facciamo a sentirci incinti, dovete ancora scrivere la relazione, poi forse arriverà l'idoneità e poi ci faranno aspettare almeno due anni prima di prospettarci un figlio, nemmeno gli elefanti hanno una gestazione con tempi così biblici!
Immaginate che vostra figlia a sedici anni voglia cercare i genitori d'origine, come reagite?
Risposta opportuna: saremo molto collaborativi e cercheremo di aiutarla prima ad attendere l'età per poterlo fare e poi, se vorrà, a intraprendere la ricerca insieme a lei.
Risposta da evitare: Non le sembra una domanda prematura? Siamo qui a capire se riusciremo ad adottare un figlio che per ora è solo un'entità mentale, irreale e immaginata... ora lei ci chiede come reagiremo quando avrà sedici anni? Premesso che sarà informata e troverà la nostra collaborazione, siamo convinti che per quell'età avremo una conoscenza, una comprensione e un rapporto di familiarità con nostra figlia tale da permetterci di sapere cosa rispondere e come comportarci.
2 commenti:
L'ultima che ho sentito:
l'assistente sociale domanda alla coppia appena rientrata dall'Asia con un figlio di 4 anni: "Avete già iniziato a parlargli dell'essere adottato?"
Ma se riusciamo a malapena a capire se ha appetito o ha sete, vogliamo cimentarci in difficili ragionamenti esistenziali?
Domanda: Come vi sentireste se vostro figlio/a non avesse voglia di studiare e decidesse dopo la scuola dell'obbligo di non proseguire con gli studi?
Risposta che mi è sorta spontanea ma mi sono trattenuta dal dare: ma che ca..o me ne frega. Da come ce l'avete messa giù fino ad ora i nostri problemi saranno ben altri!
Posta un commento