Il bullismo pensa di sì.
Alle medie e nelle prime classi delle superiori, in mancanza di altri candidati, capita che, conosciuta l'origine adottiva di un ragazzino, viene isolato o sottoposto a violenze anche solo verbali, insulti, vessazioni, scherzi, ecc..., dal gruppo capitanato dal solito bullo.
Per chi non lo sapesse la differenza tra un sano scherzo in compagnia e il bullismo è dato dalla frequenza, dall'insistenza, dalla pesantezza, dalla scelta delle vittime tra categorie presunte deboli o diverse.
Nello specifico è ancora più probabile che la vittima sia una ragazza adottata e che il clan che la perseguita sia composto prevalentemente da ragazze come nei peggiori film della serie "american idiots".
La scuola e i professori in questi casi non mostrano la reattività che esprimono quando la vittima è facente parte di categorie protette (disabili, affetti da dsa o altro) perché pensano che sia un fenomeno trascurabile.
La dirigenza cerca sempre di minimizzare perché è conscia che la famiglia potrebbe ricorrere alle vie legali verso la famiglia del bullo e verso la scuola che non riesce a controllare il fenomeno.
La miglior soluzione spesso è di cambiare scuola, liberarsi così di minacce, insulti, persecuzioni ed altro. .
In questi casi la scuola oppone una blanda resistenza (affermando che fuggire è una sconfitta, che nella nuova scuola potrebbe ripetersi, facendo intendere che la vittima è in parte corresponsabile di ciò che le accade - certo è adottata!), ma i genitori che hanno avuto il coraggio di cambiare hanno ottenuto di ritrovare nel figlio/a la tranquillità, la passione dello studio, un rendimento migliore, ecc.
Quindi non abbiate paura di andarvene - è inutile lottare inutilmente per soffrire e ottenere solo delle svogliate scuse solo formali da parte delle famiglie dei volonterosi carnefici del bullo che non viene punito perché "proviene da situazioni di disagio e quindi è da comprendere (per fortuna non da giustificare)".
Rimanendo si fa solo un favore alla scuola che potrà affermare di "avere risolto il fenomeno del bullismo con la mediazione e un intervento puntuale, bla bla..." quando invece ha solo spostato lo sporco sotto il tappeto.
L'aspetto disarmante è che bisogni ed esigenze di figli dei separati, dei divorziati, degli orfani di un genitore, dei figli di un disabile, ecc. sono percepiti dagli operatori scolastici come primari rispetto a quelli di un figlio adottivo. Il figlio adottivo è felice, ha entrambi i genitori sani e preparati e quindi non ha subito traumi!
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