mercoledì 3 giugno 2015

Scegliere o non scegliere il bambino?

In Italia abbiamo un approccio all'adozione molto preciso: la normativa specifica che si deve trovare dei genitori a un bambino in stato di abbandono. Operatori, enti, legislatori, giudici sono tutti d'accordo i figli non si scelgono, ma questa verità, questa certezza granitica potrebbe ammettere qualche deroga come descrive l'intervento seguente da un convegno francese ..."Bambini e famiglie d’adozione”, un'associazione di genitori in Francia che raggruppa più di 8 000 persone, ha organizzato alcuni anni fa un Congresso sul tema dell'adozione e l'etica.

...Sia l'adozione nazionale che l'adozione internazionale pongono importanti problemi etici. La domanda per bambini piccoli, in buona salute è di gran lunga superiore rispetto alla domanda di bambini più grandi, con qualche problema o handicap. Siamo sicuri che questa domanda elevata non spinga a fare pressione a scapito delle madri meno “protette” per ottenere bambini più piccoli ed in salute? Questa domanda non comporta il rifiuto di bambini che hanno gran bisogno di essere soccorsi?
Sempre più paesi, ONG, organizzazioni non-governativi, e lo spirito della Convenzione del L’Aia spingono affinché i bambini piccoli ed in buona salute rimangano nei loro paesi e che lì siano adottati per assicurarne l'avvenire. Quando dei genitori pensano all'adozione, pensano che essa serve per creare una famiglia a misura di quella abituale, dunque pensano di adottare un bambino più piccolo possibile. Poi, quasi tutti i futuri genitori, desiderano accettare un bambino in buona salute; è un desiderio umano, logico.

Invece, i bambini che hanno maggiore bisogno di una famiglia sono i bambini più grandi, handicappati fisici o mentali o con malattie gravi. Come collegare queste due speranze? Non si può esigere dai genitori adottanti di prendere in carico dei bambini che hanno bisogno di cure specializzate a lungo termine. Non si può chiedere loro neanche di sostituirsi ai Servizi Sociali o ai centri di cura di lunga durata.

Si devono rispettare le loro capacità d’accoglienza. Infatti si sono avute restituzioni di bambini dopo l'adozione, quando non si era rispettato il desiderio dei genitori. Invece, si sono visti dei genitori ricevere o un bambino handicappato, malato cronico ed accettare la situazione come l'avrebbero accettata se avessero loro stessi messo al mondo questo bambino. Adottare, come mettere un bambino al mondo, comporta dei rischi; ogni futuro genitore dovrebbe accettare il rischio legato al fatto di poter ricevere un bambino malato o handicappato. Ma bisognerebbe valutare il rischio di rigetto dopo l'adozione. Questo rigetto è più grave per il bambino adottato che ha già subito l'abbandono. Individualmente dunque, i genitori adottanti possono e devono riflettere sulla loro capacità di accogliere un bambino. Non hanno tutti gli stessi limiti e per il benessere del bambino e della famiglia, è importante rispettare questi limiti.
Si dovrebbe approfittare invece, del tempo d’attesa di un'adozione per sensibilizzare i futuri genitori ai bisogni dei bambini più grandi, malati e handicappati. Alcuni potrebbero scoprire un arricchimento supplementare.

In California, i Servizi Sociali organizzano degli incontri tra futuri genitori e bambini in attesa d’adozione. Spesso avvengono dei colpi di fulmine che permettono alle persone di amarsi al di là di qualsiasi handicap. Parimenti, i Servizi Sociali dell’Ontario hanno deciso di porre delle foto di bambini con un breve riassunto su un sito internet per trovare delle famiglie ai bambini che resterebbero altrimenti nelle case famiglia o negli istituti fino alla maggiore età.

Questi due approcci permettono a molti più bambini di realizzare il loro sogno di avere una famiglia.
Individualmente, abbiamo il diritto di rifiutare una proposta che non corrisponde alle nostre capacità genitoriali. Ma collettivamente, abbiamo la responsabilità di fronte a tutti gli altri bambini dei paesi stranieri che non troveranno una famiglia.
Le numerose adozioni internazionali degli ultimi anni hanno avuto delle conseguenze insperate; parecchi orfanotrofi hanno migliorato notevolmente le condizioni di vita dei bambini e dei progetti formidabili come le "Grande-madri" in Cina hanno visto la luce. L'adozione internazionale ha provocato anche nei paesi d’origine una presa di coscienza del valore del bambino. Così il bambino occupa un posto importante nel discorso politico e le sue condizioni di vita sono migliorate parecchio ovunque.

L'adozione ha portato anche a livello internazionale una riflessione sull'importanza del posto del bambino nella società, sull'importanza di fornirgli le migliori probabilità di avere una vita sana ed equilibrata. L'adozione internazionale porta anche prima una solidarietà ed una fraternità tra popoli inimmaginabili.
Difatti, i popoli dei paesi dove sono generati i bambini sono diventati la famiglia allargata degli adottanti e tutti si sentono riguardati dagli eventi che lì si svolgono. E soprattutto, l'adozione ha permesso alle centinaia di bambini di avere un progetto di vita familiare. Questo non è un sistema perfetto e non risolve tutti i casi di bambini che desidererebbero una famiglia, ma di rimbalzo l'adozione internazionale ha permesso a centinaia di altri bambini di ricevere migliori cure avere migliori condizioni di vita.

Fonte: Claire-Marie Gagnon, Texte paru dans «La Cigogne», journal de la Fédération des parents adoptants du Québec, Printemps

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