In Italia abbiamo un approccio all'adozione
molto preciso: la normativa specifica che è necessario trovare dei genitori
a un bambino in stato di abbandono. Operatori, enti, legislatori,
giudici sono tutti d'accordo i figli non si scelgono, ma questa verità,
questa certezza granitica potrebbe ammettere delle deroghe come descrive
l'intervento seguente da un convegno francese...
Un ulteriore considerazione: non solo è necessario capire quanto sia possibile inserire in una coppia un bambino cosiddetto "special needs" (una definizione che forse è più discriminante che coinvolgente), ma con forme attente di affido internazionale si potrebbe giungere a una valutazione più precisa delle disponibilità e delle possibilità di concludere positivamente le adozioni più complicate da parte di tutti i soggetti in gioco.
Bambini e famiglie d’adozione”, un'associazione di genitori in Francia
che raggruppa più di 8000 persone, ha organizzato l’autunno del 2000
un Congresso sul tema dell'adozione e l'etica.
...Sia l'adozione nazionale che l'adozione internazionale pongono
importanti problemi etici. La domanda per bambini piccoli, in buona
salute è di gran lunga superiore rispetto alla domanda di bambini
più grandi, con qualche problema o handicap. Siamo sicuri che
questa domanda elevata non spinga a fare pressione a scapito delle
madri meno “protette” per ottenere bambini più piccoli ed in
salute? Questa domanda non comporta il rifiuto di bambini che hanno
gran bisogno di essere soccorsi?
Sempre più paesi, ONG, organizzazioni non-governativi, e lo
spirito della Convenzione del L’Aia spingono affinché i bambini
piccoli ed in buona salute rimangano nei loro paesi e che lì
siano adottati per assicurarne l'avvenire. Quando dei genitori pensano
all'adozione, pensano che essa serve per creare una famiglia a misura
di quella abituale, dunque pensano di adottare un bambino più
piccolo possibile. Poi, quasi tutti i futuri genitori, desiderano
accettare un bambino in buona salute; è un desiderio umano,
logico.
Invece, i bambini che hanno maggiore bisogno di una famiglia sono
i bambini più grandi, handicappati fisici o mentali o con malattie
gravi. Come collegare queste due speranze? Non si può esigere
dai genitori adottanti di prendere in carico dei bambini che hanno
bisogno di cure specializzate a lungo termine. Non si può chiedere
loro neanche di sostituirsi ai Servizi Sociali o ai centri di cura
di lunga durata.
Si devono rispettare le loro capacità d’accoglienza. Infatti
si sono avute restituzioni di bambini dopo l'adozione, quando non
si era rispettato il desiderio dei genitori. Invece, si sono visti
dei genitori ricevere o un bambino disabile, malato cronico ed
accettare la situazione come l'avrebbero accettata se avessero loro
stessi messo al mondo questo bambino. Adottare, come mettere un bambino
al mondo, comporta dei rischi; ogni futuro genitore dovrebbe accettare
il rischio legato al fatto di poter ricevere un bambino malato o handicappato.
Ma bisognerebbe valutare il rischio di rigetto dopo l'adozione. Questo
rigetto è più grave per il bambino adottato che ha già
subito l'abbandono. Individualmente dunque, i genitori adottanti possono
e devono riflettere sulla loro capacità di accogliere un bambino.
Non hanno tutti gli stessi limiti e per il benessere del bambino e
della famiglia, è importante rispettare questi limiti.
Si dovrebbe approfittare invece, del tempo d’attesa di un'adozione
per sensibilizzare i futuri genitori ai bisogni dei bambini più
grandi, malati e handicappati. Alcuni potrebbero scoprire un arricchimento
supplementare.
In California, i Servizi Sociali organizzano degli incontri tra futuri
genitori e bambini in attesa d’adozione. Spesso avvengono dei colpi
di fulmine che permettono alle persone di amarsi al di là di
qualsiasi handicap. Parimenti, i Servizi Sociali dell’Ontario hanno
deciso di porre delle foto di bambini con un breve riassunto su un
sito internet per trovare delle famiglie ai bambini che resterebbero
altrimenti nelle case famiglia o negli istituti fino alla maggiore
età.
Questi due approcci permettono a molti più bambini di realizzare
il loro sogno di avere una famiglia.
Individualmente, abbiamo il diritto di rifiutare una proposta che
non corrisponde alle nostre capacità genitoriali. Ma collettivamente,
abbiamo la responsabilità di fronte a tutti gli altri bambini
dei paesi stranieri che non troveranno una famiglia.
Le numerose adozioni internazionali degli ultimi anni hanno avuto
delle conseguenze insperate; parecchi orfanotrofi hanno migliorato
notevolmente le condizioni di vita dei bambini e dei progetti formidabili
come le "Grande-madri" in Cina hanno visto la luce. L'adozione internazionale
ha provocato anche nei paesi d’origine una presa di coscienza del
valore del bambino. Così il bambino occupa un posto importante
nel discorso politico e le sue condizioni di vita sono migliorate
parecchio ovunque.
L'adozione ha portato anche a livello internazionale una riflessione
sull'importanza del posto del bambino nella società, sull'importanza
di fornirgli le migliori probabilità di avere una vita sana
ed equilibrata. L'adozione internazionale porta anche prima una solidarietà
ed una fraternità tra popoli inimmaginabili.
Difatti, i popoli dei paesi dove sono generati i bambini sono diventati
la famiglia allargata degli adottanti e tutti si sentono riguardati
dagli eventi che lì si svolgono. E soprattutto, l'adozione
ha permesso alle centinaia di bambini di avere un progetto di vita
familiare. Questo non è un sistema perfetto e non risolve tutti
i casi di bambini che desidererebbero una famiglia, ma di rimbalzo
l'adozione internazionale ha permesso a centinaia di altri bambini
di ricevere migliori cure avere migliori condizioni di vita.
Fonte: Claire-Marie Gagnon, Texte paru dans «La Cigogne», journal de la Fédération des parents adoptants du Québec, Printemps 2001, pages 26-27
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