Comunque l'80% dei bambini adottati hanno una buona riuscita scolastica,
un buon adattamento e una buona integrazione. Tenendo in considerazione
un altro dato, cioè che complessivamente la media degli adottati
ha un rendimento inferiore si può dedurre che il rimanente
20% mostra problemi molto marcati tali da abbassare la media. Questo
confronto è stato effettuato rispetto al resto della popolazione
scolastica, mentre se si confronta il rendimento degli adottati con
il rendimento dei bambini che per vari motivi rimangono in comunità
(istituto, casa famiglia, affido) risulta che gli adottati hanno risultati
notevolmente migliori corroborando così la validità
dell'istituto dell'adozione.
Una delle variabili del rendimento scolastico che è maggiormente interessata dall'essere stato adottato è sicuramente la capacità di concentrazione. Il calo precoce di quest'ultima induce una serie effetti come l'incapacità di giungere alla soluzione di problemi complessi che non abbiano soluzione immediata o come la difficoltà di memorizzazione. La capacità di concentrazione è la variabile cognitiva maggiormente soggetta a stress emotivo, quindi il buon clima affettivo (un clima empatico, ricco di emozioni trasparenti) agevola il suo sviluppo.
Quanta capacità di concentrazione abbia un bambino e la sua durata dipende da molteplici fattori, quello che influenza maggiormente un bambino adottivo dipende dal livello di attaccamento che ha sviluppato nel primo anno di vita, quando il bambino apprende la capacità di affidarsi, lo sviluppo della fiducia, negli altri e in sé. La fiducia acquisita lo sostiene nel mantenersi concentrato per raggiungere l'obiettivo prefissato, la carenza di fiducia di riuscire a terminare il lavoro lo fa desistere prima del tempo. Non sempre, poi, un buon rendimento a scuola è indice di autostima completa perché questa potrebbe essere totalmente veicolata verso l'obiettivo scolastico (per compiacere i grandi) e perdersi negli altri ambiti.
Per migliorare l'autostima di un bambino la ricetta base è affidargli compiti semplici e brevi, il raggiungimento di questi obiettivi comporta l'aumento graduale del grado di concentrazione e l'aumento della fiducia in se stesso con la possibilità conseguente dell'affidamento di altri compiti gradualmente più complessi.
Una delle variabili del rendimento scolastico che è maggiormente interessata dall'essere stato adottato è sicuramente la capacità di concentrazione. Il calo precoce di quest'ultima induce una serie effetti come l'incapacità di giungere alla soluzione di problemi complessi che non abbiano soluzione immediata o come la difficoltà di memorizzazione. La capacità di concentrazione è la variabile cognitiva maggiormente soggetta a stress emotivo, quindi il buon clima affettivo (un clima empatico, ricco di emozioni trasparenti) agevola il suo sviluppo.
Quanta capacità di concentrazione abbia un bambino e la sua durata dipende da molteplici fattori, quello che influenza maggiormente un bambino adottivo dipende dal livello di attaccamento che ha sviluppato nel primo anno di vita, quando il bambino apprende la capacità di affidarsi, lo sviluppo della fiducia, negli altri e in sé. La fiducia acquisita lo sostiene nel mantenersi concentrato per raggiungere l'obiettivo prefissato, la carenza di fiducia di riuscire a terminare il lavoro lo fa desistere prima del tempo. Non sempre, poi, un buon rendimento a scuola è indice di autostima completa perché questa potrebbe essere totalmente veicolata verso l'obiettivo scolastico (per compiacere i grandi) e perdersi negli altri ambiti.
Per migliorare l'autostima di un bambino la ricetta base è affidargli compiti semplici e brevi, il raggiungimento di questi obiettivi comporta l'aumento graduale del grado di concentrazione e l'aumento della fiducia in se stesso con la possibilità conseguente dell'affidamento di altri compiti gradualmente più complessi.
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